Avrete sicuramente sentito molti italiani all’estero tessere le lodi di alcuni dei paesi che li ospitano, dicendo che ci sono più opportunità lavorative, che la gente è più onesta e gentile, che esiste la meritocrazia, che tutti rispettano le regole, che scorrono fiumi di latte e miele, etc…

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Io sono del parere che tutto il mondo è paese. È vero che ci sono dei luoghi dove la qualità della vita è decisamente migliore rispetto all’Italia, c’è una migliore assistenza al cittadino, una migliore etica del lavoro, e il Canada è uno di questi paesi… ma non è sempre così.

La mia esperienza in Canada è stata finora positiva, ma sono un’eterna pessimista e malfidente e mi aspetto sempre che ci sia una fregatura dietro l’angolo.

Non mi sono mai trovata d’accordo con quegli italiani che, vivendo all’estero, parlano solo bene o solo male del paese che li ospita. Ho sentito troppo spesso opinioni esageratamente entusiaste o del tutto sprezzanti riguardo alcuni luoghi, e trovo entrambe riduttive. Io sono dell’opinione che la verità sta nel mezzo.

Ecco quindi alcuni miti che voglio sfatare sul Canada:

  1. I canadesi sono più gentili degli italiani. Finora ho quasi sempre trovato persone gentilissime, ma questo forse mi permette di fare una statistica e stabilire chi, tra canadesi e italiani, è più gentile? Certo che no. Il comportamento delle persone dipende anche da quello che è il nostro atteggiamento nei loro confronti. Se siamo convinti che i canadesi siano tutti gentili e disponibili, ci relazioneremo a loro sempre con il sorriso sulle labbra, e 99 su 100 riceveremo la stessa reazione cortese. Ovvio, no? Quello che posso confermare, invece, è che qui le persone sembrano più rilassate rispetto, ad esempio, agli italiani settentrionali. Ma non saranno mai rilassati quanto i portoghesi!

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    Classico esempio di portoghese rilassato
  2. I canadesi sono rispettosi delle regole. Appena arrivata a Montréal, non attraversavo mai la strada con il rosso, nemmeno se la strada era deserta, perché ero fermamente convinta che questo sprezzo delle regole fosse una prerogativa degli italiani, e non volevo farmi riconoscere. Poi ho iniziato a vedere la gente che attraversava bellamente con il rosso, e ho pensato “maledetti stereotipi!” enhanced-31976-1447087603-5In realtà, qui in Canada, un pedone che passa con il rosso può rischiare di essere multato, ma i canadesi stessi se ne sbattono altamente. Stessa cosa per le file: la maggior parte delle persone le rispettano, ma c’è sempre il figo di turno che ti passa davanti. Atteggiamenti disgustosi come scatarrare per terra, non pulire gli attrezzi della palestra dopo averli usati, lasciare la spazzatura in mezzo al marciapiede? Anche qui.
  3. In Canada esiste la meritocrazia, e non ci sono i raccomandati. Non prendiamoci in giro. È vero che in Italia il fenomeno delle raccomandazioni è più diffuso, ed è vero che in Canada un giovane di talento ha più chance di fare strada, ma sono certa che anche in molti luoghi di lavoro canadesi ci sono persone del tutto incapaci e che magari ricoprono posizioni di rilievo solo perché sono amiche della persona giusta. Com’è vero che un lavoratore può essere bravo e disponibile e per questo può essere spremuto fino all’osso, fino a quando non serve più. Infine, ci sono anche i datori di lavoro che non pagano, che pagano in ritardo, che ti rubano le mance o che ti fanno lavorare in nero. Non è una questione di nazionalità: il mondo degli affari può essere spietato, ovunque ci troviamo. Pertanto, se venite in Canada per lavorare (soprattutto con un visto Working Holiday), non abbassate la guardia con la convinzione che tutti siano gentili e onesti: siate sempre un pochino diffidenti. giphyLeggete bene i contratti, fate tante domande, chiedete opinioni ad altri colleghi. Ricordate che la vostra condizione di lavoratori immigrati vi rende più vulnerabili rispetto agli altri. Idem per i contratti d’affitto! (Potete leggere questo articolo su come evitare le truffe quando volete affittare)
  4. I canadesi non hanno pregiudizi verso gli stranieri. Certamente Montréal è una città molto più multiculturale e accogliente del paesino del Nord Est da cui provengo, dove una donna con l’hijab fa ancora scalpore e un medico di colore fa venire la tachicardia alle vecchiette. Non sono mai stata vittima di discriminazione razziale. Ma del resto, sono una occidentale dai tratti caucasici, non ho nessuna appartenenza religiosa, sono istruita e con mezzi di sussistenza propri. La vedo dura, subire discriminazioni razziali.vo_hatecimesgraphIt’s high time for Quebec to launch a commission on systemic racism
  5. Gli uomini canadesi sono meno maschilisti degli italiani. L’impressione generale che ho avuto è che le donne vengano trattate al pari degli uomini più che in Italia. Non c’è quel tipico atteggiamento paternalistico di molti uomini italiani nei confronti delle donne. Non è detto che ciò sia sempre valido, soprattutto a livello lavorativo, ma non ho dati alla mano. Qui ho sentito ben due uomini dire “io sono stato cresciuto secondo valori femministi/io sono un femminista”: parole che difficilmente potrei sentire in bocca ad un italiano (il quale preferisce “le donne non si toccano nemmeno con un fiore”), ma si sa, siamo tutti bravi a parole. Personalmente, preferisco chi sta zitto e dimostra con i fatti quale sia il valore e il rispetto che porta verso le altre persone. Tuttavia, in giro vedo moltissimi papà con i bambini, anche neonati. Diciamo che la mia sensazione è che i papà italiani si portino appresso i figli per farli giocare mentre la mamma è a casa a fare le pulizie, mentre qui in Canada i papà svolgono gli stessi compiti delle mamme.

Quali sono allora delle vere differenze tra l’Italia e il Canada (o meglio, Montréal)? Vi segnalo solo quelle di carattere pratico, e confermo solo qualche stereotipo.

  1. Per salire sull’autobus, bisogna mettersi in fila. Questa sì è una buona abitudine che dovremmo apprendere.
  2. Sempre parlando di trasporti pubblici: si saluta sempre l’autista, salendo e andando via, e si cede sempre il posto agli anziani, alle donne incinte o con bambini piccoli.
  3. Per pagare con la carta di credito/bancomat in Italia, la commessa prende la carta, la inserisce o la striscia, digita il prezzo e preme OK, poi passa il POS al cliente affinché inserisca il PIN. In Canada (ma in generale all’estero), è l’acquirente che deve inserire la carta nel POS e confermare la cifra. È una cosa a cui ho fatto fatica ad abituarmi, e spesso, al termine dei miei acquisti, sorridevo giuliva al commesso porgendogli la mia carta. Ho smesso quanto un cassiere si è messo a ridere dicendo “guarda che io non lo so il tuo PIN”.
  4. In molti supermercati, c’è un addetto che vi imbusta la spesa. Non è necessario lasciare una mancia.
  5. Lo scontrino non è obbligatorio: al supermercato lo rilasciano sempre, negli altri negozi ti chiedono se lo vuoi oppure no. Ovviamente non si tratta di evasione fiscale, ma di una diversa legislazione.
  6. Qui l’inverno e il freddo non impediscono alle persone di uscire a divertirsi. La città offre innumerevoli attività invernali per grandi e piccini (i bambini vengono portati fuori a giocare o a passeggiare anche se le temperature scendono oltre i -10°. Ben imbaccuccati, e via a giocare!). La sera e nel weekend c’è sempre un sacco di gente in giro.
  7. Sì, è vero che i canadesi chiedono continuamente scusa.enhanced-23576-1447090012-1
  8. Come in quasi tutte le grandi città straniere, qui non ci si fanno molti problemi per l’aspetto. Puoi andare in giro vestito come ti pare, e nessuno ci farà caso. In alcuni uffici (ma, presumo, soprattutto nelle aziende di IT, lol), non è difficile vedere alcuni impiegati con le Crocs o con magliette senza maniche, da camionista, nonostante sia richiesto un abbigliamento “formale”.
  9. I canadesi sono molto socievoli. Escludendo la fascia di noi millennials che un po’ dappertutto rappresenta una generazione di socialmente inetti, non è raro che, alla fermata dell’autobus, qualcuno attacchi bottone con te. E parlo di persone normali, non personaggi un po’ strambi (creepy) che è facile incontrare dappertutto. Ho sempre pensato che il clima freddo e nuvoloso portasse le persone a chiudersi e ad essere più introverse (o almeno, questa è la scusa che si adduce quando si parla delle differenze tra settentrionali e meridionali in Italia), invece qui sembra avere l’effetto contrario. Dev’essere una sorta di tattica di difesa al freddo stesso.4e631ccb07d5fa46a8b3baf5413fb342dbcb400ee33ec0555d5c74200e2d216d